Il coraggio di essere imperfetti
L’epoca in cui viviamo sembra tutta orientata alla perfezione. Cerchiamo la casa perfetta, il lavoro perfetto, il partner perfetto. Poi ci adoperiamo per avere figli perfetti, la vacanza perfetta, l’abbigliamento perfetto.
Ma in tutto questo di perfetto c’è veramente poco. La perfezione non esiste, e questo tutti lo sappiamo ma ci sta che ogni tanto ce ne ricordiamo in maniera più vistosa. Ricordarsi che l’imperfezione è una componente umana presente in ognuno di noi ci permetterebbe di essere meno pretenziosi verso noi stessi e più tolleranti verso gli altri.
Sono una divoratrice di libri e mi piacciono molto le autobiografie di personaggi di rilievo. Quando ero più ragazzina mi aveva affascinato quella di Rita Levi Montalcini il cui meraviglioso titolo era “L’elogio dell’Imperfezione”. Ma come può una donna di tale valore, che ha fatto ricerca in laboratori nascosti durante il regime fascista, che ha vinto un Nobel, ad intitolare così il libro che racconta la propria vita? È presto detto. La Montalcini era una donna intelligente e come tale era consapevole del ruolo che gli errori e gli sbagli hanno nella vita. In più era una scienziata e conosceva perfettamente l’importanza del dichiarare le inesattezze delle proprie ipotesi per progredire nella ricerca scientifica. Per questo nel raccontare la sua vita ha evidenziato l’interesse che bisogna prestare a ciò in cui crediamo. L’errore è nascosto dietro ogni angolo, ma saperlo riconoscere e dichiararlo senza pudore, ci consente di crescere.
Se ci pensi è proprio così. Quand’è il momento in cui hai una svolta nella tua vita, cambi rotta, guardi il mondo con occhi diversi? Solo quando ammetti di aver sbagliato. Avere l’energia e il coraggio di riconoscere ed accettare i propri errori, anche pubblicamente, ha una forza prorompente e decreta tutta la nostra maturità di quel momento. Solo accertando che il comportamento o il pensiero o l’azione che abbiamo svolto era sbagliata, solo così potremo riuscire a modificarla e avvicinarci ad un comportamento più sano o produttivo.
L’errore, o l’imperfezione come cita la Montalcini, è un passaggio obbligato per il raggiungimento dei nostri obiettivi. Mettiamo da parte la vergogna quindi e la delusione che deriva da uno sbaglio e passiamo alla fase successiva: capire i motivi che hanno portato al fallimento. Certo non è facile accettare di aver combinato un disastro, di aver sbagliato a giudicare una persona (nel bene e nel male), di essere caduti in errore valutando un rischio nel nostro lavoro o nella vita privata. Ma siamo umani, e siamo imperfetti. È la nostra natura umana ad essere stata creata così, inutile cercare di portare avanti una vita sbagliando il meno possibile o sentendosi infallibili. Le imperfezioni del nostro cammino ci hanno condotto dove siamo, le spaccature della nostra strada ci hanno permesso di riflettere, le indicazioni sbagliate ci hanno affinato l’ingegno, le cadute e le ginocchia sbucciate ci hanno insegnato a camminare con più attenzione. Se ci pensi è solo grazie agli errori che hai imparato cosa fare.
Ed io, ho imparato a sentirmi imperfetta, al pari del resto dell’umanità. Ma averlo accettato mi rende perfettamente felice!
Concludo il post con un altro scienziato stellare di cui prima o poi approfondirò meglio il pensiero, Stephen Hawking:
Se qualcuno si lamenta di un vostro errore,
rispondete che senza imperfezione né io né voi esisteremmo.